lunedì 20 aprile 2020

SYAT E GLI ESPERTI.

Nel post che è dedicato alla pratica del Syat, avevamo descritto come avvengono le grandi manipolazioni e come difenderci da esse. 

Vi invito pertanto a rivedere il post e la pratica dei vari "non conforme", soprattutto quello dedicato al santo jainista Bahubali.

In tale pratiche abbiamo imparato a diffidare degli schieramenti e a vedere come dietro di essi si annida una facile manipolazione.
Oggi applicheremo tale diffidenza verso i cosiddetti  esperti.
Lo faremo con l'aiuto di un vecchio libretto pubblicato nel 1993 dal titolo: "L'esperto è nudo"  di Brian Martin.

È un testo molto breve che meriterebbe delle integrazioni che via via provvederò a fare.
Nella sua brevità è però un testo assai interessante per vagliare il peso degli esperti.
Il vaglio passa attraverso quattro punti.

A questi quattro punti viene avanzata una premessa: il ruolo di esperto è già di per sé dubbio, in quanto "esperto" è una qualifica avanzata e sostenuta da un certo establishment, che di per sé ha degli evidenti interessi in campo.
Nella premessa l'autore risponde anche alla domanda se per valutare gli esperti dobbiamo essere anche noi esperti. Si e no, è la risposta, ovvero dobbiamo imparare ad essere in qualche modo "esperti" nel gestire le argomentazioni avanzate dai suddetti esperti.

Veniamo ora ai punti di criticità individuati nel testo.

1). Verifica dei dati.
Come sono stati raccolti, se sono coerenti, a cosa si vogliano associare.
Il dato grezzo non dice nulla. I dati devono essere raggruppati in una specie di rappresentazione.
Quindi si passa alla verifica dei dati ed eventuali interpretazioni alternative.

2). Mettere in discussione i postulati da cui gli esperti partono. 
Normalmente i postulati sono uno strano miscuglio di valori,  considerazioni date per scontate ma non dimostrate. e astrazioni ricavate da alcune discipline scientifiche.
I postulati sono in genere il ventre molle dell'esperto.
In genere è facile mostrare la debolezza di certi postulati, e far emergere postulati nascosti paradossali.

3). Valutare la figura del singolo esperto.
I suoi interessi: personali, di gruppo, di categoria, di ideologia, etc.
Vedere anche se le ricerche che propone sono le sue o di collaboratori che magari sfrutta, e se manipola le conclusioni per portare avanti le sue tesi.
Valutare l'attendibilità: se in passato si è sbagliato è probabile che lo faccia ancora.

4). Smontare il mito delle competenze. 
Siamo proprio sicuri che i suoi titoli siano attinenti o del tutto attinenti all'argomento che sta trattando? Domandiamoci cosa ne pensano del tale argomento studiosi di formazione diversa.
I cosiddetti esperti poi, lo sono in genere solo relativamente a settori molto limitati della loro disciplina; non è detto quindi che lo siano in settori più ampi.

Questi secondo l'autore sono i quattro punti da vagliare.
Nei prossimi post aggiungerò delle mie osservazioni. Per ora pratichiamo il può essere (Il Syat), usando questi quattro criteri uniti a quanto già abbiamo imparato, e applichiamolo per valutare i vari "esperti" che spopolano in tv e non solo.
Buon Syat.

Straf.

sabato 18 aprile 2020

TOTO', P.P.P. E ALTRE PINZILLACCHERE

Viene spontaneo chiedersi cosa avrebbero detto oggi due personaggi come Totò e Pier Paolo Pasolini, due grandi che, se non si capivano, s'intendevano. 

Non si capivano perché entrambi sapevano bene quanta imbecillità ci potesse essere nelle espressioni: "io ti capisco". Nella ragione data ai fessi. 
Totò lo ha sempre ribadito: "...E che... so' fesso io?". 
No, non si capivano ma s'intendevano, intendevano cioè i loro intenti, la loro arte, l'irrimediabile e "straziante bellezza del creato" (da "Le Nuvole").

Cosa avrebbero detto di tutti costoro che fanno passerella in tv dicendo di aver capito tutto, solo per essere smentiti 48 ore dopo?

Totò avrebbe detto: "Ma ... mi faaaccciia il piacere, mi faccia. Si qualifichi, chi è lei...  A sì, mi rifaaacciiia il piacere. S'informi e cambi i suoi modi che sono interurbani!" 

E P.P.P.? Avrebbe denunciato con meticoloso puntiglio l'ignoranza di queste vedette da 4 soldi di politici, esperti e funzionari.
Uomo odioso al potere P.P.P., con la sua memoria pronta a scandagliare il tempo. Memoria sagace e sapiente, in grado di dare sapore alla vita, una vita che vogliono negarci.

Uomo odioso al potere P.P.P,  con la sua capacità di scorgere le varie sfumature della violenza. Invito a rivedere il film di Abel Ferrara dove W. Defoe interpreta in modo impressionante P.P.P. e ricostruisce in una intervista il suo pensiero sulla violenza.

Ne sentiamo la mancanza di questi due persone. Ma la dimensione sapienziale usa la memoria come grande facoltà. 
Non ascoltiamo il chiacchiericcio che ci circonda. 
Leggiamo P.P.P. o ascoltiamolo in qualche registrazione. Guardiamo Totò magari in "Uccellacci e uccellini" o ne " "Le Nuvole" (episodio del "Capriccio all'italiana").
E domandiamoci cosa avrebbero detto e fatto. 
Proviamoci.

Straf.