Vi ricordate il Fantozzometro? Magari andate a
dargli un’occhiata!
Dunque, mi ero già lasciato scappare qualcosa
sull'importanza dei gesti e avevo recensito il libro della Amy Cudy sul tema;
ora tiriamo un poco le somme.
In uno degli innumerevoli film dedicati all'eroe
dei fumetti Batman vi è il nocciolo della questione. (Il cavaliere oscuro - Il ritorno; The Dark Knight Rises; 2012).
Batman deve compiere la sua ultima impresa, è un’impresa
sacrificale: decide di sacrificare la propria vita per salvare la città (anche
se la scamperà pure stavolta). Il clima è quello dell'addio. Batman a bordo del suo bat-aereo si congeda
dal vecchio commissario Gordon e in tale congedo rivela anche la sua identità di Bruce Wayne; come?
Rammentando un episodio.
Lui è il piccolo Bruce, è appena diventato
orfano, entrambi i genitori sono stati uccisi da un criminale. Il piccolo Bruce
è in una stazione di polizia, solo, smarrito, tremante ed impaurito; un
semplice poliziotto di pattuglia si toglie il cappotto della divisa e copre il
piccolo. E' un gesto, un semplice gesto, ma dà sicurezza al piccolo, si stampa
nella mente del bambino smarrito: il mondo non gli è più ostile. Un semplice
gesto, il cappotto di una divisa, si crea però il legame, il piccolo da grande
sarà un difensore, un protettore dei deboli. Se quel piccolo è diventato Batman
lo deve anche a lui, al commissario Gordon e a quel cappotto che, l'allora semplice agente Gordon, gli aveva messo sulle
spalle.
Potere dei gesti.
Leggiamo i testi sacri: Buddha, Gesù e i grandi
maestri sono rappresentati nei gesti minimi, carichi d'energia, consapevolezza
e grazia.
Abbiamo visto Fantozzi e i suoi gesti affannosi,
ci siamo misurati con il fantozzometro ed ora rispondiamo: come sono i nostri
gesti?
Sono affannosi, maldestri o cercano di creare un
significato, di creare valore nella nostra vita?
Certo non ci capiterà di mettere il cappotto
sulle spalle di un orfano ma le occasioni non mancano per dare valore ai nostri
gesti.
Iniziamo ad osservare, intanto: osserviamo come i
santi vengono rappresentati dai grandi artisti ispirati.
Io amo molto ad esempio un quadro di Murillo: San Tommaso da Villanova e i poveri
(Londra, Wallace Colletion, rappresentato nella foto).
E' un quadro altamente ispirato che ci induce
alla meditazione e alla contemplazione.
Domandiamoci: se guardo la scena, la vivo, entro nel quadro, prendo il
posto del povero, cosa accade?
Cosa mi rimarrà nel cuore e nella mente? L'obolo
o il gesto del santo?
Cosa provo, mi sento nutrito da quello sguardo di
santità?
Prendo il posto degli altri poveri: cosa accade?
Prendo il posto dell'ecclesiastico che tiene la
tiara e guarda il santo: cosa accade?
Prendo il posto del santo: cosa accade dentro di
me?
Cosa comunica la gestualità del santo? Quel suo
chinarsi verso l'altro?
E' solo elemosina o è qualcosa di più, è
nutrimento, un sostegno, è un chinarsi protettivo verso l'altro? E' un farsi prossimo dell'altro?
Il potere del gesto, la grazia del gesto, del
gesto che ci rende "prossimi" dell'altro.
Del gesto che ci trasforma e ci induce a
restituire.
Il gesto ricevuto induce ad una restituzione, il
povero magari rimarrà povero ma non sarà più un poveraccio, un dis-graziato,
sarà un uomo consapevole della propria grazia e contagerà gli altri.
Il gesto di grazia trasforma: come il piccolo
Bruce, vogliamo restituire forza e protezione, non vogliamo più essere piccoli
ed indifesi, vogliamo essere Batman.
Per contro, osserviamo la gestualità in auge in
molti programmi televisivi: gesti scomposti, aggressivi, invasivi, totalmente
privi di grazia. Cosa ci comunicano, cosa proviamo se non ansia e irritabilità?
Eppure, funzionano. Perché? Ormai vi è chiaro,
esperti dell'arte del non conforme (vedi vari post); sappiamo che la manipolazione
avviene rendendoci ansiosi e irritabili, sottraendo energia e consapevolezza;
togliendoci la grazia ci tolgono la forza. Insomma, si vuole che restiamo tutti
come il piccolo Bruce, povero e indifeso.
Che fare allora?
La prima mossa l'abbiamo fatta, abbiamo osservato
la differenza e siamo in grado di scegliere e poi possiamo praticare.
Praticare la meditazione con mudra, i gesti carichi di energia presenti in varie tradizioni
yogiche.
Avrete sicuramente visto immagini delle divinità
induiste, e soprattutto del Buddha in meditazione, compiere dei gesti con le
mani; ebbene esistono mudra per ogni
situazione emotiva ed esistenziale e vi sono molti buoni manuali che descrivono
codesta pratica.
Pochi minuti al giorno ed il corpo acquisterà una
nuova grazia ed una rinnovata energia.
Provate.

Ripeto, osservate e meditate e ... fatevi trovare
pronti quando si accederà il bat-segnale.
Straf.
Straf.
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