Questa volta la recensione non riguarda un libro ma un'opera d'arte, una scultura nella fattispecie.
E' una scultura sulla "ludopatia",
creazione dell'artista Alfonso Bonavita e situata nel quartiere di San Pier d’Arena
a Genova.
Perché una scultura e perché proprio sul tema
della "ludopatia", direte voi.
Proviamo a fare un passo indietro per riformulare
velocemente il termine sapienziale e
come lo stiamo usando.
Con termine sapienziale ho indicato, ricalcando
il principio della lectio divina, la
dimensione sapere - sapore della vita.
La sapienza è quel tipo di conoscenza che non è
pura teoria ma neppure semplicemente pratica, prerogativa della saggezza, ma è
qualcosa di diverso.
La sapienza è un sapere dal coinvolgimento
totale: è un sapere-sapore che ci permette non solo di conoscere ma anche di
apprezzare la vita in tutte le sue sfumature.
La sapienza è un sapere essenzialmente
relazionale.
La pratica sapienziale è quindi una pratica di
relazioni.
Nel preambolo del nostro blog si era infatti
partiti dal testo di Stefano Mini Il
Principio di relazione.
Yoga e sciamanesimo, opportunamente compresi da
un punto di vista filosofico e antropologico, secondo Mini, sono strumenti
preziosi per la comprensione del principio di relazione.
La sapienza biblica si pone sullo stesso
principio.
Gianfranco Ravasi, dotto teologo, nel suo
commento dei testi sapienziali lo enuncia in modo esplicito: la dimensione
sapienziale è la relazione. La relazione uomo - Dio (trascendenza, senso, etc);
la relazione uomo- uomo; la relazione uomo - natura.
Ma cosa è quindi questa dimensione sapienziale, è
possibile definirla meglio?
Proviamoci facendo parlare direttamente la
sapienza.
Il Signore mi ha
creato all'inizio della sua attività,
prima di ogni sua
opera fin d'allora.
Proverbi, v. 22.
Ravasi commenta il testo analizzando in dettaglio
il verbo creare nell'ebraico
originale e ne illustra la molteplicità di significati. Da questa analisi
risulta che non si tratta semplicemente di una creazione "data" ma di
un'attività nel quale l'uomo è parte integrante.
La sapienza è quindi qualcosa di divino ma nello
stesso tempo, nella sua realizzazione, qualcosa di profondamente umano.
Continuiamo.
Io ero con il
Signore come architetto.
Proverbi, v 30.
Come architetto, come principio di creatività ma
ancora di più; Ravasi ci fa osservare che il termine "architetto" può
anche significare "fanciullo".
Abbiamo toccato il punto.
Architetto- fanciullo.
Creatività - gioco.
La dimensione sapienziale come gioco creativo.
La sapienza come capacità di creare, giocare e
relazionarsi.
Un termine sapienziale che compare spesso è
infatti “diletto”.
Il dilettarsi come capacità di divertirsi
giocando.
La creazione divina è gioco, la creazione umana è
gioco, il gioco è divertirsi relazionandosi con Dio, con i propri simili e con
la natura.
Sapienza è creare, sapienza è assaporare la vita
creativa.
Noi diamo valore alla vita nella misura in cui ne
siamo co-creatori.
Abbiamo delineato il punto.
Quindi possiamo far sorgere la domanda dov'è il
gioco nelle macchinette mangia soldi?
C'è creatività, diletto, fantasia, emozioni,
abilità, intelletto, sapere, relazioni?
No, non mi pare, allora perché continuare a
chiamare tutto ciò gioco? Attività ludica?
Le parole sono importanti.
In quella che viene chiamata ludopatia non c'è
gioco, solo riflessi condizionati manipolati nel tentativo inutile di raggiungere
un premio.
Notate nella foto il sacco di euro a cui tende il
disperato scolpito.
E' una tensione senza speranza, senza amore, né creatività.
E' un puro tendere condizionato.
No, non c'è gioco, solo sfruttamento delle
debolezze umane.
Diciamolo… non c'è gioco, non c'è amore per la
vita.
Il giocatore compulsivo non si sente creatore
della propria vita ma vittima di un oscuro destino.
Gioco è quello dell'artista, del poeta, del
viaggiatore, del bambino "sapiente" che gioca sulla spiaggia.
Il gioco è attività rigenerante, il gioco è reverie (vedete post sulla reverie “Il diritto di sognare”) il
gioco è sapienza.
L'unico modo di combattere il falso gioco è
proporre il vero gioco: quello dell'arte.
Non tutti saremo in grado di comporre un sonetto
degno di Petrarca o di affrescare la cappella Sistina, ma che importa,
proviamoci lo stesso.
Intanto impariamo ad apprezzare la creatività che
ci viene data gratis: la creatività della natura, la creatività
dell'arte di cui le nostre città sono piene, nutriamoci e sentiamo il sapere -
sapore di tutta questa grazia.
Dilettiamoci veramente e non avremo bisogno di
macchinette.
Straf.
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