martedì 10 marzo 2020

DON FERRANTE, QOELET, SIRACIDE ED IL MORBO.

"La c'è pur troppo la vera cagione" ... " e son costretti a riconoscere anche quelli che sostengono poi quell'altra cosa così in aria... La neghino un poco, se possono, quella fatale congiunzione di Saturno con Giove. E quando mai si è sentito dire che le influenze si propaghino?"

Così parla e continua l'indimenticabile Don Ferrante nel cap. XXXVII de I Promessi Sposi a proposito della peste.

In questi giorni ahimè i Don Ferrante hanno spopolato su ogni tipo di media, propinandoci la loro opinione sul morbo.
Hanno spopolato suscitando in noi minor simpatia del povero personaggio manzoniano poiché maggiore è la loro arroganza e la loro vanità.
A questi pontificatori del morbo si aggiungono poi i personaggi famosi della cultura che "filosofeggiano" sulla condizione umana riguardo alla drammatica vicenda.

Ahimè.
Libera nos a malo, Domine.
Ci rifilano le loro banalità con supporto visivo diffuso su you tube.
Non scrivono poiché il supporto visivo è fondamentale: caricano ogni parola di espressione faticata come se stessero defecando con immane sforzo oppure con immagine sollevata per aver compiuto l'impresa.
Già, il pensare, anche cose banali gli cosa fatica: ma un po' di fatica è necessaria per alimentare la vanità di apparire.

Hebel (vanità) Dice il Qoelet.
Tutto è vanità in questo mondo.
Qoelet 1.
La dimensione sapienziale non si fa sviare da codesti vanitosi maestri della posa pensosa defecatoria.
La dimensione sapienziale sa che c'è:
un tempo per abbracciare ed un tempo per astenersi dagli abbracci
Qoelet 3, 5. 
Sappiamo che ci sarà anche un tempo per ricostruire, in silenzio, ora ci prepariamo a quello.
Nel frattempo, seguiamo le istruzioni.
Quali?
Quelle dei media?
Si, forse...
Ma c'è di meglio: le istruzioni di uno scriba di duemiladuecento anni fa, conosciuto come figlio di Sirach.
Non c'era tv, non c'era la rete, non c'erano i social.
Funzionavano però.

Onora il medico come si deve secondo il bisogno,
anch'egli è stato creato dal Signore.
Dall'Altissimo viene la guarigione,
anche dal re egli riceve doni.
La scienza del medico lo fa procedere a testa alta,
egli è ammirato anche tra i grandi.
Il Signore ha creato i medicamenti dalla terra,
l'uomo assennato non li disprezza.
...

Dio ha dato agli uomini la scienza
perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie.
Con esse il medico cura ed elimina il dolore
e il farmacista prepara le miscele.
Non verranno meno le sue opere!
Da lui proviene il benessere della terra.
Figlio, non avvilirti nella malattia,
ma prega il Signore ed Egli ti guarirà.
Purificati, lavati le mani;
monda il cuore da ogni peccato.
Offri incenso e un memoriale di fior di farina
e sacrifici pingui secondo le tue possibilità.
Fa' poi passare il medico.
Il Signore ha creato anche lui,
non stia lontano da te, poiché ne hai bisogno.
Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani.
Anch'essi pregano il Signore
poiché li guidi felicemente ad alleviare la malattia
e a risanarla, perché il malato ritorni alla vita.
Siracide 38; 1-15.


FINE

Straf.

Nessun commento:

Posta un commento