di Luigina Mortari
Raffaello Cortina Editori, 2019.
E' un libro prezioso, e non solo perché è colto e intelligente ma perchè è "astuto".
Di
primo acchito il termine astuto può generare perplessità e riserve: l'astuzia è
spesso considerata una qualità se non
proprio negativa almeno ambigua.
Esiste
però un'astuzia dovuta alla perizia, alla pratica; vi ricordate il
"praticante" di cui ho parlato nel dialogo ovvero colui che sa
"guidare" le navi in fondali bassi e pericolosi?
L'astuzia
dovuta alla perizia non è l'astuzia a buon mercato del furbacchione, ma è quella dove alle parole
corrispondono saggezza e metodo.
Uso
volontariamente questa accoppiat, saggezza e metodo, molto usata nel buddismo
tibetano, che sta ad indicare un maturo equilibrio.
Un
maturo equilibrio tra maschile e femminile, tra direzioni introverse (cura di
sé) ed estroverse (cura degli altri), e molto altro ancora.
E'
un testo "accademico" ma non d'accademia fine a se stessa, è invece
un libro di trasmissione, di educazione nel senso letterale del termine; ci
porta fuori da quei bassi fondali dove spesso una vita "ineducata" ci
ha portato.
L’autrice
non usa il termine "pratiche sapienziali" ma “pratiche noetiche” e
“pratiche spirituali". Analogie e
differenze tra questi termini si chiariranno nel prosieguo.
Per
ora posso solo consigliarlo come primo testo per le basi metodologiche del nostro percorso sapienziale.
Buona
lettura.
Straf.
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