giovedì 19 settembre 2019

RECENSIONE: LE TRAPPOLE DELLA MENTE


di André Kukla
Ponte alle Grazie, 2016.

Non si tratta del solito librino pretenzioso, ironico o finto ironico che dispensa trucchi e trucchetti per avere la meglio sulla nostra mente.
No.
Non è un librino che accontenta tutti alla lettura e non soddisfa nessuno nella pratica.

Diciamolo, la maggior parte delle persone amano crogiolarsi nelle proprie trappole mentali; non amano  però ammetterlo, anzi sostengono l'esatto contrario e si proclamano grandi combattenti della mente.

Il librino pretenzioso, ironico, insulso,  accontenta costoro con un'amena lettura;  si possono così  vantare con amici e amiche del proprio percorso di crescita. Ma in realtà è tutto una finta, nulla cambia, anzi la lettura stessa diventa un ulteriore trappola mentale.
Sono libri "gattopardeschi", si fa finta che cambi tutto affinché nulla cambi.

André Kukla, docente dell'Università di Toronto, esperto di Filosofia della Mente e di Filosofia della Scienza, di Sociologia della Conoscenza e Psicologia Cognitiva, non si presta a tale gioco. Il suo è un manuale serio, meditato, scritto sì con ironia e garbo ma privo di sconti.

Il suo punto di partenza è profondamente sapienziale:
Per ogni cosa c'é il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
E' una massima sapienziale ricalcata dal Qoelet, uno dei libri più belli della Bibbia.
Il punto è che raramente riusciamo a fare la cosa adeguata nel momento giusto, spesso ci disperdiamo nei meandri dei nostri pensieri e tali meandri diventano delle vere e proprie trappole.

Sappiamo bene quanto le trappole della mente siano nocive, eppure vi cadiamo.  Sul perché ciò accade, Kukla, da buon filosofo, postula un trittico quasi gorgiano.
1) Spesso non siamo consapevoli di ciò a cui stiamo pensando.
2) Anche quando siamo consapevoli di ciò che pensiamo, spesso non ne riconosciamo la natura nociva.
3) Anche quando riconosciamo la natura nociva dei pensieri, spesso non riusciamo a modificare l'atteggiamento per forza dell'abitudine.
Dopo queste premesse l'autore analizza le varie trappole della mente dando loro un nome e spiegando come si articolano nella nostra mente.
Troviamo quindi: la persistenza, l'amplificazione, la fissazione e molte altre.

Dopo la rassegna  di ciascuna  modalità passa  ad analizzare come si possa evitare di cadere nelle suddette trappole. In appendice (assai preziosa) descrive la pratica dell'osservazione del pensiero.
Come direbbe il saggio: scusate se è poco.

Se ci sottoponiamo a tale tirocinio la qualità del pensare cambia.
Davvero: il pensare ha un altro sapore, ogni pensiero libero da vecchie pastoie sorge con una nuova fragranza come del buon pane appena sfornato.
Cosa c'è di più antico del pane, cosa c'è più antico del pensare? Eppure sia il pane che il pensiero hanno la magia della novità, della creazione, della rinascita.
Buona lettura e soprattutto buona pratica.

Straf.


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