giovedì 19 settembre 2019

PRATICHE: IL RISVEGLIO DELL'ANIMA OVVERO IL FANTOZZOMETRO


Prima pratica.


La pratica che vi voglio presentare per prima, in quanto propedeutica  alle pratiche vere e proprie, è il risveglio dell'anima.

Del termine anima daremo un significato pragmatico, non filosofico, almeno per ora; chiameremo anima tutto ciò che letteralmente ci anima.

Pensiamo ad esempio al cartone animato:  è un disegno che si muove, è animato appunto.
Chiediamoci dunque cosa ci anima,  cos’è che ci fa  muovere,  cosa ci induce a “muovere il culo”  dal letto al mattino. 

Ma attenzione…  cosa ci anima?  non cosa ci motiva?  la domanda  è ben diversa.
La motivazione è qualcosa di complesso, presuppone un ragionamento e implica delle conseguenze. In merito alla motivazione io la penso come l’allenatore José Mourinho: “Io non motivo nessuno, se non sei motivato a giocare nella mia squadra, vai altrove".
Giusto. Se non sei motivato a giocare in una grande società, allora la motivazione non te la può dare nessuno.

Quindi diffidiamo della motivazione e dei motivatori; possono essere utili in certi casi per raggiungere degli obiettivi (sfera confuciana, vedi primi articoli) ma qui il punto è un altro.
Io parlo di ciò che ci anima indipendentemente da obiettivi e scopi. Parlo di vita: perché mi muovo.

Facciamo un esempio pratico: confrontiamo Gesù (o qualsiasi altro maestro spirituale) e Fantozzi. Sì, proprio lui, il rag. Ugo Fantozzi.

Nei testi spirituali i maestri sono generalmente descritti con poche frasi mentre fanno gesti semplici. "Gesù si svegliò e si alzò". Immaginiamo la grazia e la semplicità del suo gesto; non c'è dispendio di energia, solo  presenza. E'  l'alba, si reca sul monte a pregare, è in comunione con il creato, è il creato, è animato.

E invece Fantozzi… la sveglia lo traumatizza, i movimenti sono confusi,  trangugia un caffè perché ha bisogno di una scarica di adrenalina, si lava male,  si veste a scatti e va, imprecando, al lavoro.
E' motivato. Ha molti motivi per fare tutto ciò: ha bisogno del lavoro per pagare affitto e bollette, mantenere una brutta moglie e una figlia mostruosa; è motivato ma non è animato, non ha anima. E' un automa, potrebbe essere morto senza saperlo.

"Lasciate che i morti seppelliscano i morti" dice Gesù. E' vero, possiamo  adattare la frase in questo modo: "lasciate che gente motivata ma senz'anima seppellisca gente inanimata". Frase di minor effetto ma molto chiara.

Fatta questa premessa… … vi propongo il fantozzometro!
Cos'è?  E’ una scala di valori da uno a dieci: al livello 1 c'è Fantozzi a livello 10 c'è Gesù.
Tu dove ti collochi? Come ti svegli? Sei traumatizzato dalla sveglia? Ingurgiti caffè scadente come mero bolo di caffeina?
Oppure preghi, mediti,  fai il saluto al sole o altre attività analoghe? Leggi la posta elettronica e guardi lo smart,  oppure interagisci con la tua compagna/o? o i tuoi familiari, o il tuo animale domestico o, se vivi solo prendi contatto con la giornata, il clima, i suoni i colori e gli odori del giorno?
Insomma come sei messo in questa ipotetica scala?
Sei animato? Ti senti coinvolto dalla tua giornata? Vai al lavoro perché  esso ti anima o perché sei motivato? Hai il mutuo da pagare?
Insomma… la tua vita ti anima?

Attenzione, non parlo di passioni.
Non di qualcosa di forte, semplicemente di qualcosa che ti anima.
Ciò che ti anima senza che sia necessario un perché.
Se amo, ad esempio, non ho bisogno di un perché. Mi nutro  della presenza di chi amo: compagna/o, familiari, amici, animali domestici, colleghi, il tempo, il lavoro e così via. Amo perché sono animato da loro, al di là delle incomprensioni, tensioni, difficoltà e preoccupazioni. 

L'anima va risvegliata e nutrita.
Mi guardo allo specchio al di là della stanchezza e delle difficoltà, scopro cosa mi fa andare avanti al di là della forza d'inerzia, abitudine e lamentela. Vado al di là, vado oltre.
Mi concentro sulla presenza, sulle scelte, non trangugio caffeina ma scelgo e gusto la colazione, anche fosse solo un caffè. Ma un caffè per scelta.  Opto per il  sapore-sapienza.

Vado al lavoro e osservo gli altri: sono presenti? io sono presente?
Cosa mi infastidisce? Ci vuol poco a farmi imprecare in alamanno e in goto come direbbe il buon Guccini, o riesco a mantenere un equilibrio?
Il fastidio scatta quando mi disanimo, quando vago con la  mente e l'irritazione ha la meglio. Succede spesso?

Per tre settimane di seguito misuriamoci col fantozzometro e vediamo dove ci collochiamo. Vediamo cosa accade, scopriamo cosa ci anima, cosa ci rende vivi, cosa ci rende amabili.
Dai, provate.

Straf.


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