La
lettura rappresenta uno dei sapori a me più cari della vita.
Ripongo
sempre una profonda diffidenza verso la persona che non ama leggere a meno che
tale mancanza non sia compensata da un altro sapere di tipo artistico: pittura,
musica o altro.
Ho
anche una profonda diffidenza verso chi usa i libri solo per lo studio, lo
studio strumentale.
Il
massimo dell'imbecillità umana per me è rappresentata
dall’esortazione/ammonimento che una mia collega diede ad un nostro allievo (a
quei tempi insegnavo in un liceo) intento alla lettura durante una pausa.
“Giacomino… non leggere, studia!”
La
lettura non è lo studio, è una premessa ad esso ma è anche un superamento, è un
piacere ed un sapore ed è soprattutto una crescita, indipendentemente da ciò
che si legge.
Lo
confesso, la penso come santa Teresa d'Avila e Pier Paolo Pasolini: detesto le
persone istruite. Eh… lo so che mi
faccio dei nemici, ma è più forte di me.
Anche
io amo le persone semplici e le persone colte.
Le
persone istruite sono appunto persone "istruite" a far qualcosa come
gli animali ammaestrati.
Per
carità spesso sono utili, come sono utili i cani della protezione civile, ma
con un distinguo: per i cani ammaestrati
della protezione civile provo un senso di ammirazione, per le persone
ammaestrate no.
Lo
studio meccanico, istruttivo, ci rende
animali ammaestrati, spesso peggio di animali.
Il
delfino ammaestrato, grazie alla sua intelligenza riesce a trarne dei vantaggi
e comunque instaura una relazione profonda con il suo istruttore.
In
questo periodo storico, l'istruzione (ammaestramento) spesso già preconfezionata, tende a ridurre al minimo lo spazio della
lettura.
Il
sapore della lettura è il ponte tra la persona semplice e la persona colta:
entrambe conoscono la meraviglia e la fascinazione; magari leggeranno cose
diverse, ma entrambe sanno stupirsi.
Sia
ben inteso: per persona colta non intendo l'erudito.
La
persona diventa colta non in base al numero di libri che legge ma in base alla
capacità di dare un valore "sapienziale" a ciò che legge.
Ho
uno zio falegname, ormai vecchio, ha fatto solo le scuole elementari, ma è a
suo modo una persona colta.
Negli
anni '70 leggeva, comprandoli per pochi spiccioli sulle bancarelle, i classici
del pensiero politico di sinistra, e cercava di trarne sapienza per il suo
stile di vita.
Spesso
capiva poco, ma non demordeva, trascriveva su carta quel che non capiva e lo
spediva per lettera a Ciccio Greco.
Già… Ciccio Greco, suo amico di gioventù in Puglia
e poi docente appunto di greco al Ginnasio…
e Ciccio Greco gli rispondeva.
La
cultura è questa: elaborare valori e influenze per lo stile di vita. Questo è
un sapore.
Ricordo
il sapore o meglio l'odore di quei libri in quella libreria che lo zio si
era costruita da solo.
Io,
allora bambino, compresi che tutti quei nomi strani, Marx, Engels, Rosa
Luxemburg, Trotskij, Mao, Labriola, Gramsci… un giorno sarebbero stati affar
mio. E così fu.
La
mia prima libreria, precoce per un bambino, me la costruì lo zio; forte e
robusta, una libreria da adulto. Ma appena ebbi forza e perizia sufficiente ne
costuii una io; certo non un grande esempio di carpenteria, ma era
la mia libreria.
Ma
entriamo meglio della dimensione sapienziale della lettura.
E'
appunto una dimensione propria, e non ha nulla a che fare con l'ammaestramento;
è un momento in cui si crea un nuovo
spazio, un proprio spazio di costruzione
di sé.
E’
lo spazio per la meditazione futura.
Diffido
di chi si proclama meditatore e non ama leggere; quando ha creato tale spazio
interiore? A meno che non si abbia una naturale propensione per la
contemplazione della natura, o in mezzo alla natura si viva, è difficile arrivare alla meditazione senza passare dalla
lettura.
Teresa
d'Avila trovava nel libro il giusto passaggio per quella che lei chiamava
orazione mentale, cioè la meditazione come oggi viene intesa.
E'
uno spazio dove coesistono piacere ed impegno,
presenza e fuga.
E'
lo spazio della coincidenza degli opposti.
Quando
ero piccolo il modo migliore di spendere duecento lire era comprare Tex.
Per
un bambino che aveva appena imparato a leggere non era impresa semplice
affrontare le centotrenta pagine degli albi di allora.
Era
un fumetto denso di nuvole ricche di scritte e spiegazioni.
I
disegni allora non erano neanche un gran che; si perfezionarono in seguito
e le pagine scesero a centoquattordici.
Insomma,
era un piacere impegnativo. Un impegno a cui tenevo molto però, tanto che,
malgrado la mia avidità di lettore in erba, disdegnavo i fumetti più brevi e
semplici come Soldino e Topolino; e pur ammirando un personaggio come il Grande
Blek non lo ritenevo all'altezza di Tex, verso il quale indirizzavo soldi e
sforzi.
Ancora
adesso il potermi leggere in santa pace un texone (i grossi albi disegnati da
grandi autori) mi arreca un profondo piacere e sapore.
E'
anche un ricordo della mia crescita; provo un senso di auto tenerezza quando
penso a come pronunciavo certi nomi! Per me l'amico indiano di Tex era Tiger
pronunciato appunto "Tiger" e non taigher
… per non parlare del mitico mago malvagio: Baron Samedi pronunciato appunto
"samedi" e non samdì.
E'
il tempo che scorre, è la crescita, è il rendersi conto che quel “tizzone
d’inferno” usato da Tex, (espressione
che usavo a mia volta e per la quale venivo redarguito) viene dal Manzoni che a
sua volta lo aveva rubato alla letteratura religiosa del cinque/seicento. Eh
già… lui, il Manzoni, si documentava.
E'
con le letture in parte ingenue dei fumetti e dei romanzi d'avventura, Salgari
in testa, che si apprende ad apprendere, si rompe con la quotidianità, si gustano nuovi sapori e si creano
valori, in testa quello della lealtà.
E'
grazie a questo precoce piacevole impegno che da adulto sono riuscito a
concentrarmi su letture oltremodo impegnative.
Per
preparare la mia tesi di dottorato il tutor
mi sottopose una serie di letture
che lui stesso aveva definito “impossibili”. Impossibili per prolissità,
oscurità, complessità.
Ma
per chi si è temprato sin da piccolo nel piacere-impegno della lettura, tutto
riesce bene.
Oggi
l’istruzione punta a quello che io chiamo "perbenismo amorale".
L'importante
è essere “per bene”…anche senza nessun contenuto etico specifico o valoriale.
E’ quanto basta.
Al perbenismo amorale fanno da contraltare gli
"odiatori" che impazzano sui social.
Due
facce della stessa medaglia.
La
lettura è di fatto sconsigliata, l'ammonimento della mia collega d'allora è
diventato dogma.
Si
studia quel poco che serve magari scaricandolo da Internet. Niente
approfondimento, niente riflessione.
Il
trionfo dell'idiozia ammaestrata.
L'antidoto:
la lettura come pratica sapienziale.
Ma
come praticarla?
Ripartendo
dall'infanzia.
Leggevo?
Quali le prime letture? Cosa leggevo, come, in che modo?
In
casa mia si leggeva? Chi leggeva, e cosa?
Ricordare
gli odori, i sapori, le sensazioni, i gusti, le
emozioni, i sentimenti, i valori.
Appunto
i valori: quali erano i valori dei personaggi che incontravo nelle mie letture
giovanili? I loro interessi, le abilità, i vizi e le virtù? Quali hanno maggiormente influenzato le mie
scelte?
E
in che modo le mie letture giovanili e quelle attuali sono collegate?
Quale
piacere traggo oggi dal leggere, a cosa mi avvicina la lettura, in quali mondi
mi porta?
Che
relazione c'è tra ciò che leggo e ciò che studio?
Tra
ciò che leggo e ciò che vedo, cinema, TV, teatro, arte, web?
Tra
ciò che leggo e come vivo, emozioni, sentimenti, valori, relazioni?
Lasciate
che tutto ciò scorra come un fiume, come tante nuvole in un cielo terso,
lasciate che tutto sia, tra sogno e realtà, tra ricordo e immaginazione.
Prendete
qualche appunto, trasformartelo in auto narrazione, in storie.
Fissate
il narrato in poche frasi, le poche frasi in poche parole, le poche parole in
pochissime parole.
Meditare
su quelle parole, gustatene il sapore, fatele maturare dentro di voi e poi
usatele per creare progetti di vita.
Allungare
e stringere, allargare e condensare,
investigare e progettare.
E'
un processo alchemico: la lettura si trasforma in scrittura, la scrittura di
nuovo in lettura, e così via.
Ricordo
e progettualità s'incontrano.
Intelletto
e anima dialogano.
L'anima
prende sempre più vita, ci anima appunto.
E'
incredibile vedere cosa accade, quanta energia si muove, quanto ricca diventi
la vita e la sua esperienza.
Diventiamo
consapevoli di molte cosa su di noi e sulla
nostra storia, sui nostri desideri e aspirazioni.
Tutto
ciò non ha nulla di nostalgico o di retrò; al contrario diventa un'attività
altamente energizzante.
Si
acquisterà un rinnovato piacere alla lettura, allo studio, all'impegno, alla
progettazione e alla cura di sé.
Provate.
Straf.
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