lunedì 2 dicembre 2019

INDIVIDUARE LE PERSONE TOSSICHE (PICCOLO CAMPIONARIO)


Se vogliamo gustarci il sapore pieno della vita è necessario imparare ad individuare tutte quelle persone che sembrano avere come missione nella vita quella d'intossicare la vita altrui.
Il perché lo fanno per il momento non ci interessa, quello che ora ci preme è imparare ad individuarle.
Noi non potremmo mai gustarci la vita fino in fondo se lasciassimo spazio a codeste persone.

Naturalmente individuarle è solo il primo stadio, è poi necessario neutralizzarle.
La neutralizzazione passa a sua volta per alcuni stadi.
In questo scritto mi limiterò a descrivere alcune tipologie di intossicatori.

Questi intossicatori li incontriamo soprattutto quando diamo inizio ad un progetto o ad una attività.
E' importante riconoscerli; è fondamentale riconoscere le loro retoriche ovvero come articolano i loro discorsi.
Riconoscendo i loro discorsi è poi possibile smontarli.
E' utile quindi dare loro un nome.
Segue una piccola serie di tipologie.

Pallaro. Dicasi pallaro persona che millanta. Millanta credito, esperienza, competenze in uno o più settori nei quali invece ha solo opinioni vaghe e personali e/o nozioni riciclate in malo modo.  
Il pallaro tende a spiegarti come va il mondo, ignorandone la complessità, l'ambiguità e l'ambivalenza.
Per dirla nel gergo dei pirati : il pallaro è utile come una scorreggia in un barile.

Come smascherare il pallaro
Chiedere! chiedergli le fonti del suo sapere o esperienza, libri che ha letto, studi che ha fatto, professione, tirocini, mestieri... chiedere i risultati ottenuti (risultati verificabili), e così via.

I pallari di una volta giustificavano il proprio sapere tramite la TV;  "l'ha detto la TV". 
La TV è un elettrodomestico come il frigo o il tostapane, non dice nulla, sono le persone a parlare. Bisogna  far valere la  regola: "chi è che dice e  cosa dice".
Oggi c'è internet, idem con patate, internet è un collegamento: si collegano geni, mediocri e idioti. I  geni diranno cose geniali, i mediocri cose mediocri, gli idioti cose idiote, internet da sola non dice un c...
Molti pallari si dedicano alla politica. Hanno in genere vita facile perché il contraddittorio è sempre più raro. Vige il proclama e lo scontro verbale. 
Noi, allenati alla pratica "del non conforme", siamo però in grado di smascherare i pallari, sia nella vita privata che in quella pubblica. 

Io. Termine usato in maniera esagerata da persone potenzialmente pericolose  e pertanto da evitare. Il termine viene coniugato nelle seguenti espressioni: "io che..." e "ma io...".  Da queste due coniugazioni otteniamo due tipologie dette appunto: "io che" e "ma io".

1)     Io che
L'"io che" è usato da quelle persone che nella vita hanno finto di fare di tutto e hanno concluso poco se non addirittura niente. Sono persone che cercano di scoraggiarti, sono pessimisti attivi e convinti. Il loro pessimismo serve solo a innalzare il loro desiderio di superiorità che in realtà cerca di nascondere la loro inferiorità.
La retorica del io che funziona più o meno così. Tu vuoi fare codesta cosa ma io che sono bello, ricco,  intelligente, etc. etc. non ci sono riuscito perché è impossibile, quindi tu è inutile che ci provi.

Chi usa la retorica del "io che" vuole innalzare la propria superiorità e per farlo ti scoraggia, dice che è impossibile fare qualunque cosa perché lui/lei con tutte le sue qualità ha ciccato. Naturalmente non dirà mai che è per sua deficienza: incolperà lo  stato, la nazione, la gente, la crisi, etc, comunque resta il fatto che non è il caso di provarci.

"Vuoi aprire una attività? Con questa crisi?, io che: avevo la gente giusta, il capitale, il giro giusto, la gnocca giusta... ho desistito, c'è la crisi, le tasse, la gente che non spende, Saturno contro, Urano che sbadiglia, Babbo Natale in sciopero, la Befana è fuggita con un narcotrafficante in Messico, etc, etc".

Sono soprattutto i giovani ad essere attaccati da tali persone.
Attenti: diffidate dei "io che", diffidate di chi cerca di smontarvi, lo fa solo perché non ha combinato un picchio nella vita, in realtà non ci ha neanche provato, non ha avuto né coraggio né palle per provarci seriamente, mandatelo al diavolo senza ritegno.

L'"io che" è peggio del fallito. Il fallito ha una sua dignità, ci ha provato e merita rispetto, ha perso, accetta la sconfitta;  ma lui non ti scoraggerà mai.
Come un vecchio lupo ti mostrerà le cicatrici che la vita gli ha inferto, ti dirà di stare in guardia, ma non di dirà mai di arrenderti, ti dirà di provarci sino allo stremo, e tu, cucciolo/a di lupo ululerai orgoglioso di tale insegnamento.

2)     Ma io
Il "ma io" è ancora peggio: è il fariseo all'ennesima potenza. 
Anche il "ma io" vuole dimostrare la sua superiorità, che il suo stile di vita è migliore del tuo.
Se fumi ti dirà che è meglio non fumare, se non fumi ti dirà che perdi un piacere della vita... è così via... lui o lei vive, tu no, lui della vita ha capito tutto... tu non hai capito un c...
La retorica ma io è più o meno questa: la vita è tutta una merda... ma io vivo bene. Abbiamo gli stessi problemi... ma io li ho  risolti,  ...e così via.

Il "ma io" è talmente chiuso nel suo sentimento d'inferiorità che è capace di aspettare anni per rivendicare la  sua superiorità presunta e rimarcare gli errori che secondo loro abbiamo commesso.
Il "ma io" a differenza del "io che" qualcosa è riuscito a combinare, ma non gli basta, non gli basta perché è conscio dei suoi fallimenti. 
Se ha dei soldi è probabile che li abbia ereditati ma farà pesare il fatto che ha i soldi: ma io i soldi li ho! 
Se ha un posto di lavoro l'ha ottenuto mediante seduzioni o raccomandazioni e lo farà pesare: ma io il lavoro ce l'ho.

E' una persona deleteria, da evitare, ma non è così facile. Sa camuffarsi da bravo amica/o per poter rimarcare i nostri errori, ed è paziente; come dicevo è capace di aspettare anni per la sua rivalsa.

Piccolo anticipo di prevenzione.  
Noi siamo figli delle nostre scelte e spesso sono scelte sbagliate… e  allora? Nessuno ha il diritto di rimarcarle. 
Noi siamo i figli delle nostre scelte come siamo figli dei nostri genitori ma non siamo i nostri genitori e  non siamo neanche le nostre scelte. 
Noi siamo noi, belli e brutti, con pregi e difetti, siamo noi al di là del bello e del brutto, del pregio e del difetto, e verso i "ma io" con solennità e grazia alziamo il dito medio.
Se diamo vita ad un progetto o a qualsiasi attività, faremo delle scelte. Molte scelte, spesso sbagliate, le correggeremo, con pazienza e  andremo avanti con coraggio. 

Questo è solo un piccolo assaggio ma può essere molto utile.
E'  importante esercitarsi a riconoscere le retoriche con le quali le persone cercano di toglierci il sale della vita.
Esercitatevi ad ascoltare ed a individuarle nelle persone che vi circondano, compresi i personaggi pubblici: politici, opinionisti, gente dello spettacolo, etc.
Provateci e vi sentirete assai meglio anche se è solo il primo passo.


Straf. 


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