Se vogliamo gustarci il sapore pieno della vita è
necessario imparare ad individuare tutte quelle persone che sembrano avere come
missione nella vita quella d'intossicare la vita altrui.
Il perché lo fanno per il momento non ci
interessa, quello che ora ci preme è imparare ad individuarle.
Noi non potremmo mai gustarci la vita fino in
fondo se lasciassimo spazio a codeste persone.
Naturalmente individuarle è solo il primo stadio,
è poi necessario neutralizzarle.
La neutralizzazione passa a sua volta per alcuni
stadi.
In questo scritto mi limiterò a descrivere alcune
tipologie di intossicatori.
Questi intossicatori li incontriamo soprattutto
quando diamo inizio ad un progetto o ad una attività.
E' importante riconoscerli; è fondamentale
riconoscere le loro retoriche ovvero come articolano i loro discorsi.
Riconoscendo i loro discorsi è poi possibile
smontarli.
E' utile quindi dare loro un nome.
Segue una piccola serie di tipologie.
Pallaro.
Dicasi pallaro persona che millanta. Millanta credito, esperienza, competenze in uno o più settori nei quali invece ha solo
opinioni vaghe e personali e/o nozioni riciclate in malo modo.
Il pallaro tende a spiegarti come va il mondo,
ignorandone la complessità, l'ambiguità e l'ambivalenza.
Per dirla nel gergo dei pirati : il pallaro è utile come una scorreggia in un
barile.
Come smascherare il pallaro.
Chiedere! chiedergli le fonti del suo sapere o esperienza,
libri che ha letto, studi che ha fatto, professione, tirocini, mestieri... chiedere i risultati ottenuti (risultati
verificabili), e così via.
I pallari di
una volta giustificavano il proprio sapere tramite la TV; "l'ha detto la TV".
La TV è un elettrodomestico come il frigo o il tostapane, non dice
nulla, sono le persone a parlare. Bisogna
far valere la regola: "chi è
che dice e cosa dice".
Oggi c'è internet, idem con patate, internet è un
collegamento: si collegano geni, mediocri e idioti. I geni diranno cose geniali, i mediocri cose
mediocri, gli idioti cose idiote, internet da sola non dice un c...
Molti pallari si dedicano alla politica. Hanno in
genere vita facile perché il contraddittorio è sempre più raro. Vige il
proclama e lo scontro verbale.
Noi, allenati alla pratica "del non
conforme", siamo però in grado di smascherare i pallari, sia nella vita
privata che in quella pubblica.
Io.
Termine usato in maniera esagerata da persone potenzialmente pericolose e pertanto da evitare. Il termine viene
coniugato nelle seguenti espressioni: "io che..." e "ma
io...". Da queste due coniugazioni
otteniamo due tipologie dette appunto: "io che" e "ma io".
1) Io
che.
L'"io che" è usato da quelle persone
che nella vita hanno finto di fare di tutto e hanno concluso poco se non addirittura niente. Sono
persone che cercano di scoraggiarti, sono pessimisti attivi e convinti. Il loro
pessimismo serve solo a innalzare il loro desiderio di superiorità che in
realtà cerca di nascondere la loro inferiorità.
La retorica del io che funziona più o meno così. Tu vuoi fare codesta cosa ma io che sono bello, ricco, intelligente, etc. etc. non ci sono riuscito
perché è impossibile, quindi tu è inutile che ci provi.
Chi usa la retorica del "io che" vuole
innalzare la propria superiorità e per farlo
ti scoraggia, dice che è impossibile fare qualunque cosa perché lui/lei con
tutte le sue qualità ha ciccato. Naturalmente non dirà mai che è per sua
deficienza: incolperà lo stato, la
nazione, la gente, la crisi, etc, comunque resta il fatto che non è il caso di
provarci.
"Vuoi aprire una attività? Con questa
crisi?, io che: avevo la gente
giusta, il capitale, il giro giusto, la gnocca giusta... ho desistito, c'è la
crisi, le tasse, la gente che non spende, Saturno contro, Urano che sbadiglia,
Babbo Natale in sciopero, la Befana è fuggita con un narcotrafficante in
Messico, etc, etc".
Sono soprattutto i giovani ad essere attaccati da
tali persone.
Attenti: diffidate dei "io che",
diffidate di chi cerca di smontarvi, lo fa solo perché non ha combinato un
picchio nella vita, in realtà non ci ha neanche provato, non ha avuto né
coraggio né palle per provarci seriamente, mandatelo al diavolo senza ritegno.
L'"io che" è peggio del fallito. Il
fallito ha una sua dignità, ci ha provato e merita rispetto, ha perso, accetta
la sconfitta; ma lui non ti scoraggerà mai.
Come un vecchio lupo ti mostrerà le cicatrici che
la vita gli ha inferto, ti dirà di stare in guardia, ma non di dirà mai di
arrenderti, ti dirà di provarci sino allo stremo, e tu, cucciolo/a di lupo ululerai
orgoglioso di tale insegnamento.
2) Ma
io.
Il "ma io" è ancora peggio: è il
fariseo all'ennesima potenza.
Anche il "ma io" vuole
dimostrare la sua superiorità, che il suo stile di vita è migliore del tuo.
Se fumi ti dirà che è meglio non fumare, se non
fumi ti dirà che perdi un piacere della vita... è così via... lui o lei vive,
tu no, lui della vita ha capito tutto... tu non hai capito un c...
La retorica ma
io è più o meno questa: la vita è tutta una merda... ma io vivo bene. Abbiamo gli stessi problemi... ma io li ho risolti, ...e così via.
Il "ma io" è talmente chiuso nel suo
sentimento d'inferiorità che è capace di aspettare anni per rivendicare la sua superiorità presunta e rimarcare gli
errori che secondo loro abbiamo commesso.
Il "ma io" a differenza del "io
che" qualcosa è riuscito a combinare, ma non gli basta, non gli basta
perché è conscio dei suoi fallimenti.
Se ha dei soldi è probabile che li abbia ereditati ma farà
pesare il fatto che ha i soldi: ma io i
soldi li ho!
Se ha un posto di lavoro l'ha ottenuto mediante seduzioni o raccomandazioni
e lo farà pesare: ma io il lavoro ce l'ho.
E' una persona deleteria, da evitare, ma non è così
facile. Sa camuffarsi da bravo amica/o per poter rimarcare i nostri errori, ed
è paziente; come dicevo è capace di aspettare anni per la sua rivalsa.
Piccolo anticipo di prevenzione.
Noi siamo figli delle nostre scelte e spesso
sono scelte sbagliate… e allora? Nessuno
ha il diritto di rimarcarle.
Noi siamo i figli delle nostre scelte come siamo
figli dei nostri genitori ma non siamo i nostri genitori e non siamo neanche le nostre scelte.
Noi siamo
noi, belli e brutti, con pregi e difetti, siamo noi al di là del bello e del
brutto, del pregio e del difetto, e verso i "ma io" con solennità e
grazia alziamo il dito medio.
Se diamo vita ad un progetto o a qualsiasi
attività, faremo delle scelte. Molte scelte, spesso sbagliate, le correggeremo,
con pazienza e andremo avanti con
coraggio.
Questo è solo un piccolo assaggio ma può essere
molto utile.
E'
importante esercitarsi a riconoscere le retoriche con le quali le
persone cercano di toglierci il sale della vita.
Esercitatevi ad ascoltare ed a individuarle nelle
persone che vi circondano, compresi i personaggi pubblici: politici,
opinionisti, gente dello spettacolo, etc.
Provateci e vi sentirete assai meglio anche se è
solo il primo passo.
Straf.
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