lunedì 4 novembre 2019

RECENSIONE: DODICI REGOLE PER LA VITA


12 Regole per la vita.   

Un antidoto al caos.

Di
Jordan Peterson.
My Life 2018.


E' un libro ruvido, spigoloso come i veri libri sapienziali.
Jordan Peterson è uno psicoterapeuta di formazione cognitivista ma il suo libro ha poco della psicoterapia ordinaria. Certo c'è la sua grande esperienza professionale, e si vede.

La sua narrazione però va ben oltre che la dimensione clinica.
A meno che per "clinica" non s'intende tutta la condizione umana.
Condizione umana che viene narrata e analizzata con un taglio che ricorda molto la dimensione sapienziale biblica, peraltro assai spesso citata.
Il Siracide, il Qoelet,  Solzencyn, Nietzsche, Eliot, Kierkegaard e molti altri s'incontrano dando vita ad un percorso di sopravvivenza tra le dinamiche moderne.

Il libro si dipana con una speranza di fondo, una speranza minimale ma fondamentale.
La speranza in questione è che "se le cose vanno male ciò dipende da noi".

Può sembrare tragica e autopunente e invece no.
Perché se le cose  dipendono in qualche modo da me qualcosa posso fare ma se dipende dalla struttura, dall'Essere, allora davvero non c'è speranza.

Sapienzialmente non cade mai nell'ingenuità opposta ovvero che, se dipende da me posso fare tutto, come spesso sostengono i fautori d'improbabili legge attrattive.
No. Il mondo è complesso, spesso appare  come un caos che ci opprime e ci  travolge ma non di meno è possibile fare delle scelte di fondo e rendere la nostra vita migliore.

Seguendo questo assunto l'autore propone 12 percorsi sapienziali ognuno concentrato in una massima (regola) che da titolo al capitolo corrispondente.

Lo ripeto è un libro spigoloso, non sempre si riesce ad essere d'accordo con lui ma d'altra parte, come diceva mio padre,  la ragione si dà ai fessi non ai saggi.
In una  dimensione sapienziale è sicuramente un libro da sperimentare.

Straf.

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