Praticando
il non conforme ci sentiamo sempre più liberi dalle manipolazioni e con più
energia a disposizione.
Ora
vi proporrò una nuova situazione per praticare il "non conforme" ed
una nuova tecnica.
Tra
tutti i vari possibili schieramenti che vanno dalla politica al calcio, ne
esiste uno più radicale di tutti: è il derby tra ottimisti e pessimisti, ovvero
tra coloro che vedono il bicchiere mezzo pieno e quello che lo vedono mezzo vuoto.
In
questi casi siamo di fronte ad una vera e propria manipolazione.
Perché
è una manipolazione? Semplice: si basa sulla semplificazione estrema e sull'inibizione del ragionamento.
Vediamo
perché.
Consideriamo
innanzi tutto che vedere il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno non cambierà di
una virgola la nostra realtà; insomma non solo è un approccio sbagliato, ma
diciamolo: da fessi.
E'
un approccio da fessi perché non ci aiuta a ragionare e a valutare le cose.
Non
ci dice nulla sulle dimensioni del bicchiere… è meglio un boccale da birra di un litro
riempito a metà piuttosto che un
bicchierino colmo.
Non
ci dice nulla sul contenuto del bicchiere: acqua, vino, birra,
aranciata, cognac, lassativo, veleno per topi, varechina, sciroppo per la tosse...
Insomma
quello che serve è essere lucidi e comprendere la situazione; essere ottimisti o pessimisti non cambia di
molto le cose.
Si
dice che l'ottimista sia più propenso al successo, il pessimista alla saggezza.
Balle.
Si
obietterà che vi sono fior di studi in merito che spiegano i due atteggiamenti.
Sarà,
ma la cosa non cambia di molto; tali studi servono per lo più a far finanziare
le ricerche dei dipartimenti universitari, quindi tutto ciò è utile a chi è
pagato per studiare questo argomento. Funziona
proprio così, lo so, ci sono passato nei dipartimenti universitari… All’atto pratico è meno
utile del sapere chi ha vinto lo
scudetto nel '56 oppure conoscere la
distanza tra la stella Sirio e la Terra.
Le
variabili nelle situazioni umane sono moltissime; il nostro atteggiamento è fondamentale
ma non è mai riconducibile ad una etichetta.
A
sostegno di questa tesi convocherò due
grandi personaggi dei fumetti, i due pards Tex Willer e Kit Carson. Il
primo è un incontenibile ottimista, il secondo è un brontolone pessimista.
Carson si lamenta spesso dell'inguaribile ottimismo del pard e Tex gli
risponde: "ci guadagno qualcosa a non esserlo?"
Il
fatto è che i due se la cavano sempre a dispetto della situazione e indipendentemente
dall'essere ottimisti o pessimisti. Se la cavano sempre perché non si fanno condizionare né
dalla situazione, né dalle loro convinzioni.
Nelle
situazioni disperate Tex spera in un inaspettato arrivo del figlio Kit con il pard
Tiger Jack, magari alla testa di una ventina di scalmanati guerrieri navajos;
Carson si vede già all'inferno a spalare carbone… ma entrambi, nel frattempo,
sparano alla grande con le loro '45.
Il
punto è questo: essere lucidi, determinati e sparare dritto.
Questo
dipende da noi, se poi arrivano Kit Willer, Tiger Jack e guerrieri navajos,
tanto meglio.
Entriamo
meglio nella dinamica pessimismo e ottimismo.
A
scuola ad esempio ci hanno rifilato la palla
che Leopardi e Schopenhauer siano due pessimisti, Leibniz un ottimista.
E'
proprio vero?
Syat, forse, può essere, in un certo modo è
vero.
Se
però mi fermo all'etichetta, perdo la possibilità di comprendere gli autori.
Sono
autori che, guarda caso, hanno scritto opere enormi.
Lo
Zibaldone (Leopardi) Il mondo come volontà e rappresentazione (Schopenhauer)
I saggi di Teodicea (Leibniz). Sommandoli sono migliaia di pagine fitte
fitte; che fatica studiare, che fatica
comprendere ... non ne vale la pena, tanto sono due pessimisti (sfigati) e un
ottimista (pirla).
Avevo
una collega che riduceva il tutto a poche battute di spiegazione dicendo agli
studenti che basta ricordare pessimista e ottimista; insomma come diventare idioti.
Sui
social la semplificazione va alla grande e lo schieramento pessimista / ottimista
è tra i più forti.
Ci
sono persone che si reputano
intelligenti e postano ogni genere di osservazioni sempre sulla falsariga che il mondo è una cacca. Già, il mondo è
una cacca quindi è inutile impegnarsi, inutile fare figli, inutile fare questo, codesto e quello.
Viene
spontaneo chiedergli: "se è tutto una cacca perché continuate a vivere e a
rompere i cosiddetti"? Niente, loro continuano a distillare le loro perle
di cacca-saggezza.
Per
contro ci sono quelli che inondano il web con il buonismo più melenso e
stucchevole, per poi irritarsi come una biscia pestata qualora qualcuno fa loro notare che la vita è piena di
digfficoltà.
La
pratica sapienziale si basa sul sapore della vita, sul sapore autentico. Può
essere un sapore amaro ma reale, non
plastificato.
Il
sapore è variegato e non è mai solo cacca. La cacca c'è ma non si mangia, si
mangia il cioccolato.
La
diatriba pessimisti/ottimisti è il miglior modo per diventare ottusi, per semplificare senza far lo sforzo di
comprendere, leggere studiare, amare, vivere.
Attenzione
a costoro: tra i manipolatori sono i peggiori.
Il
loro ottimismo/pessimismo non è autentico, è solo una finta, è solo un modo per
ottenere un consenso facile e senza sforzo. Tanti like. Il pessimismo poi
prende tanti like, è considerato più “intellettuale”!
Vogliono
che rinunciamo alla nostra consapevolezza e intelligenza per dar loro credito.
Non
diamolo.
Per
neutralizzare costoro eccovi una pratica.
Anche
questa è ricavata dalla tradizione jainista.
La
fonte d'ispirazione è Bahubali (conosciuto anche come Gommatésvara).
Viene
rappresentato completamente nudo, in piedi mentre medita, con rami e radici che
gli circondano le gambe.
In
India ne esiste anche una enorme statua di ben diciotto metri ed è oggetto di
profonda venerazione.
Secondo
la narrazione Bahubali fu il figlio di
Rishabhanatha, il primo dei santi profeti del janismo chiamati tirthamkara ovvero i costruttori del
guado.
Visse
in un periodo di costanti conflitti. Non aderì a nessuno di essi e iniziò la
sua pratica ascetica. Prese la postura kayotsarga-mudra,
la postura dell'abbandono del corpo. Ritto in piedi, nudo con le mani lungo i fianchi
con lo sguardo verso l'orizzonte.
Secondo
la narrazione rimase in tale postura per dodici anni sino a che, letteralmente
"mise le radici", (infatti è raffigurato con rami e radici) e
raggiunse l'illuminazione.
Tale
pratica meditativa in piedi rimase un’attività molto diffusa tra i jaina.
Sento
già il borbottio di lamentela: "ma come solo per un po' di diffuso
pessimismo devo mettermi nudo come un verme e meditare per anni?"
No,
certo che no.
I
santi, gli asceti, mostrano una via;
siccome noi siamo un poco lenti di comprendonio la enfatizzano sino alle estreme
conseguenze per farci capire.
Non
è necessario meditare per anni e anni, come non è necessario farsi
crocifiggere.
Il
punto è comprendere.
E'
importante comprendere la direzione e
praticare senza esagerare, insomma la via di mezzo, quella consigliata dal
Buddha.
Qui
la cosa che va compresa è il
radicamento.
Impariamo
a radicarci.
Di
fronte a chi ci mostra un mondo da schifo o chi ce lo mostra idilliaco, fermiamoci.
Solo
per qualche minuto.
Dedichiamo
qualche minuto al radicamento quotidiano.
Stiamo
fermi, ritti, abbandoniamo il corpo.
Abbandoniamo,
non reprimiamo. Diventiamo consapevoli del corpo e delle sue tensioni:
lasciamole andare.
Lasciamo
andare il bisogno di essere reattivi a qualsiasi imbecillità che ci circonda.
Pochi
minuti di meditazione quotidiana stando in piedi e ritti.
Sentiamoci
radicati al suolo, allarghiamo lo sguardo verso l'orizzonte.
Sentiamo
i piedi radicati e la mente elevata.
Terra
e cielo, e noi in mezzo, in beatitudine.
Sarà
un'ascesi, piccola ma potente e liberatoria.
E
poi, una volta lasciato andare il bisogno reattivo, entriamo in modalità
comprensione.
Comprendiamo
con compassione questo grande bisogno di approvazione che regna tutt'attorno a
noi, ma attenzione a chi ci marcia sopra e vuole manipolarci.
Entrando
nella complessità della comprensione ci accorgiamo che le etichette non ci
aiutano a comprendere né gli autori né le situazioni.
Leopardi
è pessimista? Forse, ma sicuramente uno scrittore eroico nel suo pessimismo, ed è ottimista nel
suo senso tragico della vita e della sua complessità, ed è molto, molto altro ancora. Non lo si può
banalmente definire pessimista.
Ci
sono situazioni dolorose e tentativi di
catarsi del dolore stesso.
Non
fatevi prendere né dall'ottimismo, né dal pessimismo, ma imparate a comprendere
e ad agire di conseguenza; come Tex e
Carson usate le vostre '45 ovvero le vostre potenzialità.
Non
siate ottimisti o pessimisti sull'economia: leggetevi un manuale di economia.
Non
siate ottimisti o pessimisti per il futuro dei vostri figli o dei
vostri allievi: date loro sostegno, amore e cultura.
Solo
per pochi minuti al giorno, fate come Bahubali, fermatevi, ergetevi e
radicatevi.
L'energia
scorrerà: voi sarete sempre meno
conformi e sempre più liberi.
Provate;
vi saluto con un verso del Namokar Mantra
dei jaina.
Namo Loe Savva Sahunam (Mi inchino a tutti gli asceti).
Straf
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